sito aggiornato il - 01 febbraio 2011
In ricordo di Don Roberto II
Queste inadeguate parole che vengono pronunciate a nome dei Cavalieri più storici e più recenti che S.A.R. Don Roberto II Paternò Castello d'Aragona Principe d'Emmanuel ebbe, per la Sua eccezionale disposizione verso gli altri, vorrebbero più che essere un saluto estremo e un motivato omaggio alla Sua presenza nella Nostra storia del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, Cavalieri di Malta, costituire solo un appoggio, per quanto esile e sproporzionato, ad una tensione di concentrazione di quanti lo conobbero e lo amarono: tutti qui materialmente o idealmente raccolti in un intimo silenzio profondo che queste parole vorrebbero non spezzare ma accentuare, portando tutti a unirCi a Lui, nella Nostra stessa intera unione con Lui e in Lui, unione cui Egli Ci ha sollecitato e Ci sollecita con la Sua vita e con le Sue opere.
Certo in questo "nobile e virile silenzio" suggerito, come Egli diceva, dalla morte di ogni essere umano, come potremmo facilmente bruciare il momento struggente del dolore, della lacerazione profonda provocata in Noi dalla Sua scomparsa? In Noi che appassionatamente sentiamo e soffriamo l'assenza di quella irripetibile vitale presenza, con i Suoi connotati concreti per sempre sottratti al Nostro sguardo affettuoso, al Nostro abbraccio paterno, fonte per Noi e per Lui di ineffabile gioia, di accrescimento continuo del Nostro meglio e dei Nostri affetti più alti.
Quel volto scavato, energico, supremamente cordiale, quella fronte alta ed augusta, quelle mani pronte alla stretta leale e confortatrice, quegli occhi profondi, severi, capaci di sondare fulminei l'intimo dei Nostri cuori ed intuire le Nostre pene e le Nostre inquietudini, quel sorriso fraterno e luminoso, quel gestire sobrio e composto, ma così carico di intima forza di persuasione, quella voce dal timbro chiaro e denso, scandito e posseduto fino alle ultime vibrazioni. Tutto ciò che era Suo, inconfondibilmente e sensibilmente Suo, ora Ci attrae e Ci turba quanto più sappiamo che è per sempre scomparso con il Suo corpo morto ed inanime, che non si offrirà mai più ai Nostri incontri, al Nostro affetto, nella Sua casa, o in questi luoghi da Lui e da Noi tanto amati.
E ognuno di Noi ripensa certo ora alla propria vicenda e al segno profondo lasciatoci dall'incontro con S.A.R. Don Roberto Paternò Castello, fino a dover riconoscere il caso di quanti furono giovani nominati Cavalieri in anni lontani che Essa sarebbe per Noi incomprensibile e non ricostruibile come Essa si è svolta, senza il Suo intervento, senza la Sua parola illuminante, senza i problemi che Ci aiutò a impostare e a chiarire, spesso contribuendo a decisive svolte nella Nostra formazione e nella Nostra vita intellettuale, morale, politica.
Ma appunto proprio da questo, dalla considerazione dell'immenso debito contratto con Lui, dalla Nostra gratitudine e riconoscenza per quanto, con generosità e disponibilità inesauribile, Egli Ci ha dato, veniamo riportati al di là del Nostro dolore che sappiamo inesauribile e pronto a risorgere ogni volta che Ci colpirà un'immagine, un'eco, una labile traccia della Sua per sempre scomparsa consistenza concreta.
Perché qualunque siano attualmente le Nostre diverse prospettive ideologiche, esistenziali, religiose o non religiose (e così, coerentemente, pratiche e politiche), una cosa abbiamo tutti, credo, da Lui imparata: la scontentezza profonda della realtà a tutti i Suoi livelli, la certezza dei Suoi limiti e dei Suoi errori profondi, la volontà di trasformarla, di aprirla, di liberarla.
E' qui che il ricordo e il dolore si tramutano in una tensione che Ci unisce con S.A.R. Don Roberto Paternò Castello nella Sua più vera presenza attuale, nella Sua non caduca presenza in Noi e nella storia del Nostro Ordine, e Ci riempie di un sentimento e di una volontà quale Egli Ci chiede e Ci comanda con tutta la Sua vita e la Sua opera più persuasa di combattere per una verità non immobile e ferma, ma profonda ed attiva, concretata in quella prassi conseguente di cui Egli sosteneva proprio in questi ultimi giorni, l'assoluto primato.
Solo così il Nostro compianto per la Tua scomparsa, carissimo, fraterno, indimenticabile Gran Maestro, diviene concreto ringraziamento e risposta alla Tua voce più profonda: solo così non Ti lasceremo ombra fra le ombre o spoglia inerte e consunta negli oscuri silenzi della tomba e proseguiremo insieme, severamente rasserenati come Tu Ci hai voluto, attuandolo nel Nostro faticoso e fraterno impegno di uomini fra gli uomini per la costruzione del Nostro Antico Ordine Dinastico, come Tu Ci hai chiesto e come Tu Ci hai indicato con il Tuo altissimo esempio.
Premesso
che il sommo Iddio volle in tempi lontani che alcuni Re saggi fondassero schiere di prodi cavalieri raccolti in milizie sotto l’insegna della Santa Croce per arginare e combattere le orde dei barbari invasori delle terre già conquistate alla fede di Cristo, imponendo a essi una regola più conforme ai precetti del Vangelo e della sua Chiesa Militante, perché potessero con maggior ardore compiere l’opera loro di combattere gli infedeli, liberare gli schiavi, assistere gli infermi, i poveri e gli sventurati, diffondere e difendere la religione, così oggi Noi, nel richiamare alla memoria imprese e tradizioni simboliche tanto gloriose, intendiamo rinnovare e riconfermare il Nostro Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, Cavalieri di Malta.
Senza dubbio i premi concessi al valore o al merito servono assai per incoraggiare gli uomini e le donne a compiere elevate azioni di bene, oltre che mettere in luce persone benemerite e per additare altri a percorrere un cammino di fede, di lode e di amore verso chi ne abbisogna.
L'uomo per intima aspirazione, è propenso a frasi strada tra il volgo, a distinguersi, ad eccellere, ed è naturale e logico che, se ha meriti da vantare goda, ma sempre in umiltà nel mostrare anche i segni e le attestazioni premiali di benemerenze che lo elevano dai più.
Chi si avvicina a questo Nostro preclaro Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme – Cavalieri di Malta - non deve credere che sia esclusivamente un retaggio del passato, la sua origine si perde nelle brume dei tempi e la sua vita dura raggiante da secoli è colma di gesta e virtù perseguite nel nome della Cristianità e di Madre Cavalleria.
Il Cavaliere del Nostro Sovrano Ordine deve ritenersi un servo di Dio e dell'intero scibile umano, è l'Apostolo delle buone azioni e il suo tempo tra le due eternità è colmo di doveri da eseguire, da amare e da preservare.
Si contraddistingue dalla gioia che è insita in lui, perchè trionfa continuamente sull'ingiustizia e contro coloro che tentano di distruggere la spiritualità divina. Deve essere la voce della Giustizia, dell' Equità, dell'Imparzialità e dell' Uguaglianza.
Sereno e Felice è il Nostro Ordine con questi Cavalieri che, onorando se stessi e i loro Cari, credono nella loro Patria, vigilano sulla Cristianità e amano le Genti.
SPECIALE DICEMBRE 2010 (FILE PDF DA 2,24MB DOPO AVER CLICCATO IL LINK ASPETTARE IL DOWNLOAD)
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